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      Sentivansi voce di tutti: abbiamo pure recuperata la nostra libertà, abbiamo pure riavuto l'anima, siamo pure vivi, siamo pure liberi, non siamo più in servitù, non siamo più schiavi, siamo usciti delle tenebre, siamo usciti di Egitto. O dì lieto, o dì giocondo, o dì di eterna memoria, nel quale Dio ha pure finalmente visitato el popolo suo!
      In questi romori, in questi concorsi, in questi ed altri maggiori segni di letizia, sendo e' soldati già dispersi, e' Medici a cavallo per fuggire, el marchese di Saluzzo di animo di lasciare correre el duca di Urbino di dare la spinta; tu solo fermasti la ruina, tu rimettesti animo a' tiranni, tu ristrignesti e' soldati, pregasti quelli signori, e tutti insieme, ma tu come capitano, tu come la ruìna di tutti, ne venisti alla piazza; né potendo quello innocente popolo disarmato, atto più alle mercatantie ed alla pace che a combattere, opporsi a tanto impeto, resistere a tanto furore, combattere con uomini armati e persone militari, lo cacciasti di piazza, ve ne facesti signori. Né dando requie a tanta ribalderia, cominciasti subito a fare trarre al palazzo; a quello palazzo nel quale consiste la maiestà di questa città, a quello palazzo che è armario delle legge, recettaculo di tutti e' consigli publici, che è difesa e fondamento della libertà e gloria nostra, a quello palazzo a' cenni del quale non soleva essere cittadino alcuno sì grande e sì superbo che non ubidissi, che non si umiliassi; alla voce del quale solevano inginocchiarsi gli uomini, tremare insino alle pietre; la riverenzia di chi farebbe inginocchiare ancora te, farebbeti tremare, se tu fussi cittadino, se pure uno uomo, non una fiera, uno monstro, se in te non fussi più durezza che in una prieta, più impietà che in una tigre, più invidia che in uno Lucifero; ed el quale non ti bastò avere circundato, non averlo combattuto, che con scelerato pensiero, con effetto ancora più scelerato, con fraude, con insidie, con tradimento cavasti dalle mani nostre.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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