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      E si disputa ancora se tu se' amico del tiranno? Sono cose così chiare che non conviene se ne dica più; per tutti e' segni, per tutte le opere ed azione tue si scorge la immoderata ambizione. È più chiaro che el sole, che impossibile è che tu ti quieti sotto la vita privata, che tu non desideri tornare a quella grandezza che tu hai perduta, e che per conseguirla non è cosa di sorte alcuna che tu non tentassi. E certo questo appetito tuo mi darebbe poca molestia se io vedessi che ti potessi succedere sanza el ritorno de' Medici in Firenze; perché come disse Neri di Gino al conte di Poppi, quando feciono al ponte d'Arno la capitulazione per la quale lui si uscì dal suo stato, io vorrei che tu fussi uno signore grande ma nella Magna. E' tuoi guadagni, la tua riputazione, queste tue prosopopeie, che tu fussi signore nonché presidente di Romagna, che tu consigliassi e governassi tutti e' papi che sono e che saranno, a me darebbe poca molestia, pure che tu potessi ottenerlo sanza la nostra servitù. Ma né papa Clemente può più essere grande né ricuperare el dominio che aveva la Chiesa, che è conquassato e lacerato come voi vedete, se non ritorna nello stato di Firenze, se non può fare le guerre co' nostri danari; e quando pure potessi avere quello sanza questo, a te non può riuscire l'uno sanza l'altro, perché puoi essere certo che la città che ragionevolmente è gelosa della sua libertà e che dagli esempli passati ha imparato a vivere in futuro, non permetterà mai che tu o altri cittadini vadino a servirlo, né consentirà mai che abbiate commerzio con chi dì e notte non penserà mai a altro che rimetterci quello giogo sotto el quale e' passati suoi e lui ci hanno fatto, bontà de' tristi cittadini, crepare tanti anni.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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