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      Né io, giudici, fo instanzia che voi già fermiate nello animo vostro che questi romori siano falsi, che siano contrari alla verità; non vi dimando questo, se bene quando io lo dimandassi, non dimanderei forse cosa troppo inconveniente: perché che ingiustizia sarebbe, che essendo in su una bilancia da uno canto le cose fatte da me per el passato, la esperienzia di tanti anni, e quello che lungamente voi ed ognuno ha inteso e creduto di me: da altro niente, eccetto una opinione in aria durata quattro dì, uno romore incerto sanza origine, sanza autore, sanza verisimilitudine alcuna; che ingiustizia, dico, sarebbe, se con uno fondamento fermo, certo e paragonato, si ributtassi una vanità di uno grido che non ha né verità né colore? Ma io non dimando questo, non voglio che le cose mie procedino con sì buona condizione, non che mi giovi le fatiche, el sudore e pericoli di tanti anni, non che voi abbiate memoria alcuna di quello che per el passato avete veduto e creduto me; bastami, contentami, ho per grandissima felicità, che stiate con la opinione vostra sospesi, stiate neutrali, parati a credere che e' carichi siano veri, se con le pruove e con la chiarezza, e non col grido, si mostrerrà che siano veri; parati ancora a credere che siano falsi, se con la verità, con la ragione si mostrerrà che siano falsi.
      E perché tutto el fondamento della causa, tutta la difesa mia consiste qui, e fermato bene questo, è remosso ogni difficultà, ogni disputa, io, se non mi confidassi interamente nella sapienzia vostra, mi ci affaticherei più, mi distenderei più, allegherei molti esempli per e' quali saresti capaci non solo voi che sanza questo siate, ma ancora tutto questo popolo, né manco che gli altri, quegli che hanno creduto più che gli altri, che quello che ora è intervenuto a me di essere calunniato falsamente, è in ogni tempo ed in questa città, come nelle altre, intervenuto a infiniti uomini di grandissima virtù e bontà, e che erano lo specchio ed omamento delle loro patrie; anzi pare che questa, o invidia o fortuna che la sia, percuota più spesso e più volentieri chi manco lo merita, che gli altri; e quello che in ogni tempo è accaduto a tanti e che ora accade a me, può facilmente in futuro accadere a tutti gli altri.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130