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      Che conto è verisimile che io abbia tenuto di essere in buono concetto apresso a voi con chi avevo a vivere, e dove se bene avessi avuto mille sicurtà di non potere essere mai accusato, lo essere in buona opinione per infiniti rispetti mi importava assai, e pel contrario l'averla cattiva mi poteva fare grandissimi danni? Arò tenuto più conto di quegli che non avevo mai più a rivedere, e che non mi potevano né giovare né nuocere, che di coloro negli occhi di chi avevo a essere ogni dì, e da chi alla fine aveva a dependere la maggiore parte del mio bene e del mio male?
      Andai in Lombardia giovane, povero, e fu la prima occasione che io ebbi mai di rubare: né la facilità della età né el bisogno non bastò a corrompermi; ed ora di età di più di quaranta anni, quando ho già fatto abito di resistere tante volte alle corruttele, quando ho facultà non quante è la opinione degli uomini, ma quante bastano a uno animo modesto ed a vivere in questa città, arò cominciato a rubare? Arei potuto farlo allora con minore perdita, perché non essendo ancora esperimentato in questa spezie di cose, non avevo nome di incorruttibile; ed ora che avevo acquistato uno nome che, io non so del giudicio degli altri, ma al mio valeva più che ogni tesoro, non arò fatto capitale di conservarmelo? Sarò stato astinente ne' luoghi dove per essere spesso governatori rapaci non si fa così romore di ogni cosa, ed arò provato a diventare ladro dove non solo di uno furto grossissimo ed infinito come è questo, ma di ogni piccola quantità si fa grossissimo romore?


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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