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      Non crediate, giudici e cittadini prestantissimi, che solo questo paese abbia patito, e che e' soldati abbino cominciato a disonestarsi nel fine della guerra, ma tutti e' luoghi dove siamo stati hanno avuto e' medesimi danni, ed el principio fu non el secondo, non el terzo mese, ma el primo dì, la prima ora della guerra; né solo questi soldati o quelli, ma tutti, e' franzesi, e' viniziani, e' nostri, in modo che quando andamo alle mura di Milano, tutto el paese che ci era amicissimo per e' mali trattamenti avuti dagli spagnuoli e sperava essere liberato e bene trattato dallo esercito della lega, veduto che aveva più presto peggio che meglio, ci diventò inimicissimo. El medesimo fu fatto poi a Parma, a Piacenza, in Bolognese; in modo che quando andamo in Romagna, molte terre che avevano sentito questa fama, ci serrorono le porte, e quelle che non lo feciono si pentirono di non l'avere fatto. Sapete che successe poi di qua; el medesimo si fece poi in terra di Roma, dove si disperò tutta la fazione Orsina che ci aspettava con desiderio; el medesimo hanno fatto e fanno ora in tutti e' luoghi, dove sono stati e stanno di presente. Dimandatene tutti e' paesi, troverrete essersi fatto per tutto e da tutti e' medesimi mali; cose che alle imprese recano infinite difficultà, perché mancano le vettovaglie, le guide, le spie, infinite commodità che si possono avere da' paesi amici.
      Di tanti disordini e di tante insolenzie è causa prima la natura de' soldati, che sempre sono inclinati a rubare ed a fare male; né cominciorno a' tempi nostri quest loro tristi portamenti, ma è male vecchio e nato insieme con loro.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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