Pagina (44/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E se non vi muove lo appetito della gloria e grandezza, parendovi averne a sufficienzia, considerate piú lá, Gran Capitano, che rifiutando questa impresa si viene a diminuire la gloria acquistata da voi insino a oggi; perché chi non vede che stando voi in ocio, in pace, con veste lunghe ed abiti civili, alla ombra la fama vostra invecchia tuttogiorno, manca uno certo vigore fresco, ed el nome vostro si regge non in sul fulgore delle cose presenti, ma in sulla riputazione delle passate, come di Pompeio a comparazione di Cesare dicevano li antichi scrittori? El tempo e lo ozio vi logora. Ma quello che è piú, recusando questa amministrazione, date causa di credere a' populi che lo animo vi manchi e che voi medesimo diffidiate di voi; di che può nascere disputa quale abbi potuto piú nelle azione vostre passate o la fortuna o la virtú. Finalmente per conchiudere in una cosa tanto chiara, vogliate piú tosto le faccende di Cesare che el brutto ocio di Lucullo, ed eleggete piú tosto la occasione di crescere in infinito la gloria e lo stato vostro, vivendo in Italia ed in Napoli come re, che voluntariamente invecchiarla e diminuirla stando in Castiglia come suddito.
     
     
     
      VI
     
      [SULLO STESSO ARGOMENTO.]
     
      IN CONTRARIO.
     
      Le diversitá delle opinioni, Gran Capitano, e le dispute che vi si fanno, sogliono piacere a chi ha a fare la resoluzione, perché chi ode le ragione contrarie suole meglio discernere la veritá, né anche debbono dispiacere alle parte, quando la sorte dá loro prudente giudice e che le si oppongono non per proprio interesse, ma principalmente per amore del vero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





Gran Capitano Pompeio Cesare Cesare Lucullo Italia Napoli Castiglia Gran Capitano