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      Rare volte, se io non mi inganno, onorevoli senatori, ha avuto a' tempi nostri la nostra republica caso alle mani piú importante che questo, nel quale dobbiamo sopra ogni cosa porre da canto tutte le passioni e rispetti privati, non solo per pigliare quella deliberazione che sia piú a nostro proposito, ma ancora per conservare la antica degnitá di questo senato; perché è giá sparso voce per tutta Italia ed apresso a' principi, che tra noi cominciano le divisione, e che de' nostri principali alcuni sono imperiali, alcuni franzesi; cosa che come io sono certissimo essere falsissima, cosí è officio nostro governarci di sorte, che né per tôrre autoritá l'uno all'altro, né per altra causa, non possa io non dico seguirne uno tale effetto, ma né etiam nascerne nelle mente di persona una minima suspizione, perché, oltre alli altri danni, una opinione tale oscurerebbe troppo la inveterata riputazione di questa republica.
      A me pare che a volere risolvere bene tutta questa materia s'abbino a considerare distintamente dua capi: el primo è che sia da fare in caso che noi presuppognamo che e' franzesi passino di presente in Italia, come loro efficacemente affermano; el secondo, che sia da fare in caso che noi presuppognamo che e' franzesi non passino di presente, come è opinione del nostro imbasciadore. Quanto al primo, cioè in caso che noi presuppognamo la passata de' franzesi, non credo si faccia dubio alcuno, perché l'onore e lo utile, che sono quelle due cose alle quali s'ha a risguardare nelle deliberazioni publiche, ci confortano a tenere fermo con loro: l'onore, perché non possiamo negare avere lega seco, la quale non è variata per gli accidenti della fortuna né per le sue avversitá, anzi dura piú ferma e piú constante che mai, e se bene gli oblighi nostri parlano a difesa dello stato di Milano, e questo non pare che sia piú in essere perché l'hanno perduto e trattano ora non di difenderlo ma di recuperarlo, nondimanco questo accidente ha variato piú tosto le parole che la intenzione de' contraenti, la quale fa obligarsi a ogni bisogno che accadessi loro per la ducea di Milano, né si conviene a una republica come la nostra, che sempre è proceduta nelle sue cose con tanta gravitá e maiestá, fondarsi come fanno e' legisti in sulle cavillazione e corteccie delle parole, ma andare drieto al vero senso ed intelletto delle cose, tanto piú che noi medesimi abbiamo prima che ora dichiarato questo articolo, ed in ogni maneggio presupposto sempre di essere obligati di dare aiuto a questa recuperazione.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
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