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      Da altro canto se e' franzesi lo pigliano, la vicinitá loro non ci porta alcuno pericolo, perché oltre che non aranno tante opportunitá di confinare con noi da piú parte, né pretendono ragione fresche allo stato nostro, né vi hanno le dependenzie che ha questo altro, né sono uomini atti o per virtú militare o per industria ed acume di ingegno a acquistare e conservare gli stati come sono gli spagnuoli.
      Lo odio per tante ingiurie fresche e nuove, e per la emulazione che hanno con lo imperadore è tale ed el timore della potenzia ed arme sue, che aranno sempre vòlto lo occhio a questo, né aranno pensiero o occasione di travagliarci, anzi procureranno di stare sempre uniti con noi, cognoscendo che con la nostra coniunzione terranno sicure le cose di Italia. Hanno fatto esperienzia con suo danno che frutto gli abbia fatto la lega di Cambrai e la ruina nostra, e cognosciuto molte volte la virtú o la fortuna degli spagnuoli essere maggiore che la sua; però non abbiamo da temere che recuperato lo stato di Milano ritornino a quelle unione, né che mai pensino a partito o divisione alcuna per la quale lo imperadore abbia in Italia a vicinare seco, perché la esperienzia gli ha ammaestrati di quello che non insegnò loro la prudenzia. Sanza che, le ragione di quelli tempi furono molto diverse, perché Massimiano era in comparazione di questo uno debole principe; né messono allora in Italia ed in sua vicinitá uno re potente come questo, anzi di qualitá che per la debolezza e disordini suoi si poteva sperare che n'avessi a uscire presto, come sarebbe intervenuto se non si fussi poi di nuovo unito tutto el mondo a battere loro.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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