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      Questa è la ragione che con tanti imbasciadori, con tanti prieghi e con tante summissione hanno cercato lo accordo nostro, il che non arebbono fatto se avessino veduto potersi assicurare da noi per via della guerra, la quale non cominceranno, sendo massime noi potenti e di danari e di terre forte come siamo, perché provocherebbono la venuta de' franzesi, ed allo arrivare loro si troverrebbono, nel molestare noi, consumate quelle contribuzione che hanno procurate con tanta difficultá per potere spenderle contro a' franzesi.
      Invano adunche temiamo di questo pericolo; el quale se non ci muove, nessuna ragione ci debbe muovere di essere contro a quelli la vittoria di chi ci è utile, e fare grandi coloro che ci saranno sempre inimici. El variare sarebbe scusato quando la necessitá ci inducessi, ma la utilitá nostra è stare fermi, perché e' membri principali di Italia non venghino in mano di uno solo, ed alla degnitá nostra si conviene dimostrare constanzia e generositá, e che non temiamo di quelle cose che non sono da temere.
      Dirò piú oltre, ma in questo voglio insistere poco per non parere di tôrre fede al vostro oratore, che molte ragione promettono che e' franzesi siano ora per passare; perché questo è certissimo che lo animo del re è acceso, anzi ostinato in questa impresa: ha avuto tempo di respirare e mettere danari insieme, e si intende che l'ha fatto, né si vede dal canto di lá preparazione che per molti mesi gli possa essere fatto guerra di Inghilterra e di Spagna; alle quali cose io presto piú fede che alle asserzione loro, massime che avendogli noi fatto piú volte intendere che sareno necessitati a pigliare partito, è credibile che accelereranno per non dare alli inimici le arme nostre, delle quali possono valersi per loro.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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