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      Io non so vedere che lo allungare ci faccia altro beneficio che mandare in lá e' pericoli e travagli, con speranza che el tempo possa portare degli accidenti inopinati che ci liberino da questa fortuna; e però uno de' rimedi che sogliono dare e' savi nelle avversitá è che l'uomo si ingegni di differire el male quanto può, perché quando s'ha tempo, accade qualche volta che el caso ti libera da quegli mali da' quali non era bastante a liberarti la industria o forze tue. Pure questo è rimedio molto fallace, poi che non ha altro fondamento che di evento fortuito, e però è buono quando la dilazione all'incontro non augumenta el pericolo ed el male; ma quando el differire fa che el pericolo o che el male diventa maggiore, chi si governa con questa regola fa a giudicio mio come uno debitore, che per avere tempo a pagare, consente a usure grosse le quali augumentano sanza comparazione el danno suo; o come uno padrone di una nave, che stretto dalla fortuna, differisce tanto a gittare in mare parte delle sue robe per salvare el resto, sperando che pure la fortuna si possi mitigare, che poi alla fine o non è a tempo a salvarsi, o gli bisogna gittarne maggiore quantitá assai che non sarebbe bisognato da principio.
      Noi siamo, se io non mi inganno, in termini simili, perché recusando lo accordo, se areno ora la guerra, lo inimico nostro è manco potente a offenderci, e noi abbiamo qualche speranza piú di poterci aiutare che non sará poi che, fatto lo accordo di presente, e datogli facultá con lo accordo nostro di colorire e' disegni suoi, tornerá con tutto el suo commodo a farci la guerra.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167