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      Adunche poi che el non si accordare noi è mezzo verisimilmente di potere salvare questi altri, debbiamo fare ogni cosa per salvarli; non per beneficio loro, ché el papa non volendo aiutarsi da sé non merita essere aiutato da altri, ma per salute nostra, e perché, se mai le pratiche di Spagna si ridurranno in luogo che e' franzesi, cognoscendo essere ingannati, desiderino di passare in Italia come io spero che sará presto, che le cose non siano rovinate in modo che abbino a desistere da questo pensiero.
      Da questa deliberazione ci può alienare el dubio che si ha che Cesare non accordi con Francia, nel quale accordo l'uno e l'altro convenga che noi andiamo in preda; e lo accordo può nascere da due cause: la prima, che Cesare vi abbia inclinazione come ha sempre detto di volere fare; la seconda, perché lo sdegno che ará con noi non volendo accordare seco ed el timore di queste unione quando e' franzesi saranno desperati, ve lo induca; e cosí essendo el principale nostro pericolo la unione di questi re, noi col non volere accordare con Cesare, lo augumentiamo. A questo io rispondo, che io non credo che lo accordo tra' re abbia effetto, perché non so vedere come vi abbia a essere la sicurtá, massime ora che e' franzesi, non temendo guerra in Francia per la lega fatta con Inghilterra, non hanno da precipitarsi per paura; però non penso accettino mai uno accordo nel quale si abbino a fidare che la liberazione del re abbia a stare a discrezione dello imperadore, massime che la cosa è andata tanto alla lunga che oramai possono comprendere che non generositá o desiderio di pace o amore lo induce alla liberazione, ma che lo accordo si faccia o per necessitá o per ingannare; e da altro canto Cesare non si può fidare, né avere mai sicurtá alcuna bastante a fargli credere che, liberato che sará el re di Francia, abbia a mettere in esecuzione capitoli che faccino Cesare signore dei mondo, e lui e gli altri principi schiavi suoi.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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