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      Discorriamo adunche la natura de' rimedi: el primo rimedio e migliore che ci possi essere, è che e' franzesi voglino concorrere alla impresa di Italia con papa, viniziani, svizzeri e gli altri che ci restano; el quale ha dua pericoli: l'uno, che è commune a tutte le guerre, e' fini delle quale sono incerti, né si può farne giudicio ne' princípi, ancora che si vegga piú gagliarda una parte che l'altra; ed in questo non bisogna fermarsi, perché el male è sí grande ed è ridotto in luogo, che uno rimedio che non ha altro dubio che questi generali, non si può recusare. L'altro pericolo che ha questa unione, è che, cominciata che sará la guerra, non séguiti accordo tra questi re, per el quale non solo ci manchi lo aiuto de' franzesi, ma ancora abbiamo contro le forze dell'uno e dell'altro; e questo pericolo è maggiore che non era a tempo delle pratiche de' mesi passati, perché ora gli imperiali sono sí ingrossati di gente e fatti padroni delle terre di Lombardia, che non si possono cacciare sanza difficultá e dilazione di tempo come si poteva allora, e però ci sará tanta piú commoditá a fare accordo o a introducere nuove pratiche che raffreddino e' franzesi.
      Questo caso non si può negare che non sia pericolosissimo e la chiave del giuoco, con la quale gli imperiali hanno doppo la cattura del re condotto le cose loro; nondimanco a chi è in termine quasi disperato come è Tua Santitá, non debbe fare paura el pigliare questo pericolo, perché ha pure seco speranza assai di salvarsi. Lo accordo è ora difficile come si vede per esperienzia, ma sanza comparazione sará molto piú difficile se di nuovo si viene tra loro alle arme, perché si turberá ogni pratica e ragionevolmente non sará accettato accordo da' franzesi, se non ha seco immediate la liberazione del re; la quale quando sia la prima esecuzione che si faccia, e' mali che si temono da quello accordo diventano molto minori non sendo da credere che el re libero, e liberato piú per necessitá che per umanitá, persista nella ruina sua per osservare le promesse violente; però se ci fussi facultá di avere questo rimedio, non ci è in contrario nessuna ragione probabile.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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