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      Ne' quali discorsi quante fallacie voi pigliate, vi prego udire con pazienzia.
      Principalmente io non credo che gli spagnuoli si rinchiudino nelle terre; perché se alle forze che hanno ora, aggiugneranno otto o diecimila lanzichenech, il che gli sará facilissimo, potranno comparire contro a ogni vostro esercito, perché sempre aranno piú uomini, ancora che voi avessi più gente; e quando gli eserciti sono sí grossi, importa poco che lo inimico ti superchi di quattro o cinquemila persone piú, perché a ogni modo non combattono tutti. E se pure al presente non uscissino, vi dimando se credete pigliare le terre con impeto, o con tempo: se con impeto, vi ingannate, perché almanco quando disegnassino abandonare Milano e Cremona, Lodi, Pavia ed Alessandria sono fortificate e saranno guardate in modo che non si potranno sforzare sanza grandissima difficultá; di natura che, poi che vi aranno aggirato dua o tre mesi intorno a esse, come feciono a' franzesi nello assedio di Pavia, ingrossati usciranno in campagna, e sará come se la guerra fussi al primo dí, salvo che el vostro esercito, stato giá nel cuore della vernata uno pezzo allo scoperto ed a' travagli, sará manco fresco e piú disordinato che el suo, che sará sempre stato con commoditá nelle terre. Però bisogna fare conto, o nel principio o nel progresso, avergli a vedere in campagna, dove se andrete con animo di fare la giornata, sará con troppo disavantaggio, né faresti mai deliberazione piú imprudente, né che piú siate per pentirvene.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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