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      E lo può fare piú facilmente uno papa che qualunche altro principe, perché questo non può portare seco lo stato suo, ma el papa porta seco sempre almanco parte del pontificato e di quella reverenzia e maiestá che ha in Roma.
      In somma calculato ogni cosa, non è dubio che se Vostra Santitá insieme con gli altri non piglia le arme contro a Cesare, che lui si insignorirá presto totalmente dello stato di Milano, verrá a suo piacere questa state in Italia, o ci ingrosserá di esercito quanto vorrá. Ed aspirando, come si vede che aspira, alla ruina de' viniziani ed a battere la Francia, le quali imprese non è sicuro tentare se non stabilisce bene el resto di Italia (e questo non può stabilire se non abbassa Vostra Santitá), ogni ragione fa credere anzi tenere per certo, che lui metterá mano subito a questo, e la riducerá a piccolo pontefice, e forse procurerá che in questa Sedia sia messo altri che dependa in tutto da lui; ed almanco chi confida di bene non negherá che essendo lui grandissimo, Vostra Santitá resterá suo ministro e cappellano, ed in grado che, vedendosi quanto agli effetti privata della maiestá e degnitá sua, ará ciascuno di cento morte.
      Sono questi mali certissimi e presti, e se può venire caso alcuno di morte o simili che ve ne sullevi sará el medesimo se la piglia le arme, le quali non si può negare che abbino qualche speranza di liberarvi da questi pericoli, grandissima se e' franzesi tengono el fermo; non lo tenendo, ci è pure qualche refugio con piú speranza di salvarsi, che non è se Cesare, grande in Italia, vorrá malignare.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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