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      Non fu mai alcuno uomo privato sí debole, sí abietto, che vedendo venire chi lo vuole spogliare del mantello che ha indosso, non abbia fatto forza di difendersi o di fuggire; e Vostra Santitá che vede evidentemente che costoro vogliono spogliarla della degnitá ed autoritá sua, si risolve a stare ferma, a non si muovere, a lasciare fare agli inimici quello che vogliono? Non č questa la aspettazione che s'aveva di Vostra Beatitudine; non conviene alle esperienzie che aveva fatto in minoribus, dove aveva provato e la buona e la avversa fortuna. La notizia che Vostra Santitá ha delle cose, lo ingegno suo, quella capacitá che ha universale, quella diligenzia, quella assiduitá che ha nelle faccende, quella confidenzia che ragionevolmente gli debbe dare la integritá sua, la sua buona mente ed intenzione al bene publico, non meritano giá che ora che si tratta de summa rerum suarum, la faccia una resoluzione tanto vile, tanto dapoca, tanto ignava.
      Bonifazio antecessore di Vostra Santitá, sendo rinchiuso da' Colonnesi nel palazzo suo in Alagna, non avendo modo da difendersi né da fuggire, almanco con animo generoso messosi nella sedia pontificale con lo abito apostolico, oppose agli inimici tutta la autoritá, tutto lo splendore, tutta la maiestá che portano adosso e' vicari di Cristo; il che se bene non gli bastň a fuggire quella infelicitá, fu causa almanco di fare celebrare la generositá sua, e fare che nella mala fortuna avessi laude, come uomo che agli ultimi pericoli avessi fatto con franco animo tutta quella opposizione che potette.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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