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      Ed in Cesare mancano forse colori di potere tirare a sé legittimamente tutta la autoritá temporale? poi che le legge dicono che lui è signore di tutto el mondo, ha gli esempli degli antichi Cesari, e quando bene non avessi voluto deprimere la autoritá della Sedia apostolica, gli mancava occasione di cercare di abbassare el papa, con chi forse aveva odio, per via di concili desiderati e ricercati da molti come necessari per la eresia di Luther che ogni dí ampliava, e per molti disordini che sono nella Chiesa? Di poi che cosa piú oscura, piú incerta, piú fallace che e' cuori delli uomini pieni di infinite latebre e laberinti? Però è stata sempre opinione verissima de' savi, che mai alcuno o principe o privato si può chiamare sicuro d'altri, se non quando le cose sono disposte in modo che lui non ti possa nuocere, perché della voluntá d'altri non si può avere alcuna certezza o sicurtá, poi che è nascosta e mutabile; e quando bene ne potessi restare sicurissimo, ciascuno principe che è veduto dependere in tutto dalla discrezione di altri, resta senza riputazione, senza degnitá, senza maestá, piú presto col nome, con l'abito, con gli ornamenti di principe che con la potestá, con la sustanzia ed effetti.
      Le quali ragione, se io non mi inganno, ci sforzano a concludere che se bene, considerato quello che Cesare ha fatto di presente, el papa sarebbe potuto riposarsi in sulla opinione della sua bontá, che e' non sarebbe stato prudente a farlo, né a volere correre pericolo di ingannarsi in caso tanto importante non solo alla persona sua, ma alla Sedia apostolica ed al beneficio commune di tutta Italia.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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