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      Piacessi a Dio che fussi stata cognosciuta la voluntá sua, e che e' sospetti vani non avessino occupato in modo le mente vostre, che avessi procurato la ruina della vostra cittá! Ma poi che quello che è fatto non si può ricorreggere, bisogna pensare al futuro, e di salvare almanco quello che resta di questa misera cittá; di che volessi Dio che le Signorie Vostre avessino quello pensiero che ha Sua Santitá! La quale non pensa continuamente a altro, e ne vive con uno affanno incredibile, dubitando che per la durezza vostra questa povera cittá non vadia a sacco; ed a questo effetto sono piú dí m'arebbe mandato qui per ricordarvi ed avvertirvi del pericolo grande in che vi trovate, el quale augumenta ogni giorno; ma avendo compreso per gli andamenti vostri e per molte lettere intercette, che voi, pasciuti da speranze vane, eri in speranza grande di liberarvi dallo assedio, giudicò che el mandare qui in quello tempo servirebbe piú presto a farvi crescere le opinione false che a fare frutto alcuno, perché voi aresti creduto che lui mandassi per diffidenzia di potersi sostenere piú questa impresa, e per debolezza.
      Ma ora che, se voi non vi volete ingannare, le cose sono ridutte in luogo che non si vede rimedio alcuno, e che tutte le speranze vostre sono annichilate, si è persuaso che mandando a confortarvi del bene vostro, non sia nessuno che possa negare che non lo muove altro rispetto che la compassione e la pietá che ha di questa povera sua patria; perché, ditemi un poco: che speranza vi resta piú? E se volete cognoscere che se alcuna ve ne resta è vana e che ve ne troverrete ingannati, ricordatevi quante n'avete avute poi che cominciò questa guerra, e di quante opinione false vi siate pasciuti, e che ogni cosa è ritornata vento e fummo.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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