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      Fece la ultima dipartenzia co' figliuoli e nipoti e co' parenti, dando loro ricordi secondo si conveniva alla età e qualità loro.
      Considerate bene tutte le parti sua, fu uomo degnissimo e molto bene dotato de' beni dello animo, natura e fortuna, e' quali quando si congiungono in uno lo fanno felice. Fu di buono cervello, animoso, liberale, servente e buono, almeno netto di quegli vizi che sono più maligni; perché benché e' fussi libidinoso ed anche un poco più studioso de' cibi che non si aspetta a uno uomo di quella qualità, nondimeno fu netto ne' casi della roba, e fu di buona natura e non volta al male né vendicativa. Perché benché di patrimonio gli rimanessi poco, che gli toccò fiorini millecinquecento, nondimeno ebbe una dota grande, col capitale della quale guadagnò molto bene rispetto a quegli temporali, che erano buoni pe' mercatanti, come apparisce per un libro tenuto da lui, dove sono brevemente notati tutti e' saldi facevano. Esercitossi eziandio navigando, come di sotto si dirà, e di poi quando dette donna al figliuolo, che eziandio ebbe buona dota, aperse una bottega di seta colla quale in circa a venti anni avanzò undicimila ducati. Guadagnò eziandio col comune lecitamente in imbascerie e rettorìe, in modo che si vede cavò delle sopradette cose la roba che lasciò insino in uno quattrino; e però si dimostra che con tutto avessi stato grande, non se ne valse in arricchirvi drento collo usurpare la roba di altri, né eziandio col farsi porre gravezza meno che si richiedessi allo stato suo, ma sempre n'ebbe molto bene la sua parte.


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Memorie di famiglia
di Francesco Guicciardini
pagine 59