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      164. Diceva mio padre, che piú onore ti fa uno ducato che tu hai in borsa, che dieci che n'hai spesi; parola molto da notare, non per diventare sordido, né per mancare nelle cose onorevole e ragionevole, ma perché ti sia freno a fuggire le spese superflue.
     
      165. Rarissimi sono gli instrumenti che da principio si fabricano falsi; ma da poi secondo che gli uomini pensano la malizia, o che nel maneggiare le cose si accorgano di quello che arebbono bisogno, si cerca fare dire agli instrumenti quello che l'uomo vorrebbe che avessino detto; però quando sono fatti instrumenti di cose vostre che importano, abbiate per usanza di farvegli levare subito, e avergli in casa in forma autentica.
     
      166. È grandissimo peso in Firenze avere figliuole femmine, perché con grandissima difficultá si collocano bene, e a non errare nel pigliarne partito, bisognerebbe misurare molto bene sé e la natura delle cose; el che diminuirebbe la difficultá, la quale spesso accresce el presummersi troppo di sé, o discorrere male la natura del caso. E io ho veduto molte volte padri savi recusare nel principio de' parentadi, che poi in ultimo hanno invano desiderati; né per questo anche debbe l'uomo avilirsi in modo che, come Francesco Vettori, si diano al primo che le dimanda. È cosa in effetto che oltre alla sorte ricerca prudenzia grande; e io cognosco piú quello che bisognerebbe, che non so come, quando verrò alla pratica, saprò governarla.
     
      167. È certo che non si tiene conto de' servizi fatti a' populi e agli universali, come di quegli che si fanno in particulare, perché toccando al commune, nessuno si tiene servito in proprio; però chi si affatica per e' populi e universitá, non speri che loro si affatichino per lui in uno suo pericolo o bisogno, o che per memoria del servizio lascino una sua commoditá. Nondimanco non sprezzate tanto el fare beneficio a' popoli, che quando vi si presenta la occasione di farlo la perdiate, perché se ne viene in buono nome e in buono concetto, che è frutto assai della fatica tua.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





Firenze Francesco Vettori