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      Ma dispiacendo a molti de' baroni del regno la successione di Renato, essendosi divulgato che 'l testamento era stato falsamente fabricato dai napoletani, fu da una parte de' baroni e de' popoli chiamato Alfonso. Da questo ebbono origine le guerre tra Alfonso e Renato, le quali molti anni afflissono sí nobile regno, fatte da loro piú con le forze del reame medesimo che con le proprie; da questo, per le volontà contrarie, sorsono le fazioni, non ancora al dí d'oggi al tutto spente, degli aragonesi e angioini; variando eziandio nel corso del tempo i titoli e i colori della ragione, perché i pontefici, seguitando piú le sue cupidità o le necessità de' tempi che la giustizia, le investiture diversamente concederono. Ma essendo delle guerre tra Alfonso e Renato rimasto vincitore Alfonso, principe di maggiore potenza e valore, e morendo poi senza figliuoli legittimi, non fatta memoria di Giovanni suo fratello e successore ne' regni di Sicilia e di Aragona, lasciò per testamento il regno di Napoli, come acquistato da sé e però non appartenente alla corona di Aragona, a Ferdinando figliuolo suo naturale. Il quale, se bene quasi incontinente dopo la morte del padre fu assaltato, con le spalle de' principali baroni del regno, da Giovanni figliuolo di Renato, nondimeno con la felicità e virtú sua non solamente si difese, ma afflisse in modo gli avversari che mai piú in vita di Renato, il quale sopravisse piú anni al figliuolo, ebbe né da contendere con gli Angioini né da temerne. Morí finalmente Renato, e non avendo figliuoli maschi fece erede in tutti gli stati e ragioni sue Carlo figliuolo del fratello, il quale morendo poco di poi senza figliuoli lasciò per testamento la sua eredità a Luigi undecimo re di Francia; a cui non solo ricadde come a supremo signore il ducato di Angiò, nel quale, perché è membro della corona, non succedono le femmine, ma con tutto che 'l duca dell'Oreno, nato di una figliuola di Renato, asserisse appartenersi a sé la successione degli altri stati, entrò in possessione della Provenza; e poteva, per vigore del testamento medesimo, pretendere essergli applicate le ragioni che gli Angioini avevano al reame di Napoli: le quali essendo, per la sua morte, continuate in Carlo ottavo suo figliuolo, incominciò Ferdinando re di Napoli ad avere potentissimo avversario, e si presentò grandissima opportunità a chiunque di offenderlo desiderava.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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