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      E nondimeno Lodovico, parendogli pericoloso l'essere solo a suscitare movimento sí grande, e per trattare la cosa in Francia con maggiore credito e autorità, cercò, prima, di persuadere il medesimo al pontefice non meno con gli stimoli dell'ambizione che dello sdegno; dimostrandogli che, o per favore de' príncipi italiani o per mezzo dell'armi loro, non poteva né di vendicarsi contro a Ferdinando né di acquistare stati onorati per i figliuoli avere speranza alcuna. E avendolo trovato pronto, o per cupidità di cose nuove o per ottenere dagli Aragonesi, per mezzo del timore, quei che di concedergli spontaneamente recusavano, mandorono secretissimamente in Francia uomini confidati a tentare l'animo del re e di coloro che erano intimi ne' consigli suoi: i quali non se ne mostrando alieni, Lodovico, dirizzatosi in tutto a questo disegno, vi mandò, benché spargendo nome d'altre cagioni, scopertamente imbasciadore Carlo da Barbiano conte di Belgioioso. In quale, poi che per qualche dí, e con Carlo in privata udienza e separatamente con tutti i principali, ebbe fatto diligenza di persuadergli, introdotto finalmente un giorno nel consiglio reale, presente il re, dove oltre a' ministri regi intervennono tutti i signori e molti prelati e nobili della corte, parlò, secondo si dice, in questa sentenza:
      - Se alcuno, per qual si voglia cagione, avesse, cristianissimo re, sospetta la sincerità dell'animo e della fede con la quale Lodovico Sforza, offerendovi eziandio comodità di danari e aiuto delle sue genti, vi conforta a muovere l'armi per acquistare il reame di Napoli, rimoverà facilmente da sé questa male fondata suspicione se si ridurrà in memoria l'antica divozione avuta in ogni tempo da lui, da Galeazzo suo fratello e prima da Francesco suo padre, a Luigi undecimo padre vostro, e poi continuamente al vostro gloriosissimo nome; e molto piú se e' considererà di questa impresa potere risultare a Lodovico gravissimi danni senza speranza di alcuna utilità, e a voi tutto il contrario; al quale uno regno bellissimo della vittoria perverrebbe, con grandissima gloria e opportunità di cose maggiori, ma a lui non altro che una giustissima vendetta contro alle insidie e ingiurie degli Aragonesi: e da altra parte, se tentata non riuscisse, non per questo diventerebbe minore la vostra grandezza.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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