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      Rispondeva il milanese non dovere Piero dubitare della fede di Lodovico, se non per altro perché almeno era similmente a lui pernicioso che Carlo pigliasse Napoli, confortandolo efficacemente a perseverare nella medesima sentenza, perché partendosene sarebbe cagione di ridurre se stesso e Italia tutta in servitú. Del quale ragionamento l'oratore franzese dette subito notizia al suo re, affermando che era tradito da Lodovico: e nondimeno non partorí questa astuzia l'effetto il quale il re Alfonso e Piero avevano sperato; anzi, rivelato dai franzesi medesimi a Lodovico, rendé piú ardente lo sdegno e l'odio conceputo prima contro a Piero, e la sollecitudine di stimolare il re di Francia che non consumasse piú il tempo inutilmente.
     
     
      Lib.1, cap.9
     
      Paurosi prodigi e terrore in Italia per la venuta de' francesi. Improvvisa incertezza del re di Francia per l'opposizione della corte alla spedizione in Italia. Incitamenti del cardinale di San Pietro in Vincoli. Il passaggio delle Alpi pel Monginevra e l'entrata in Asti di Carlo VIII. Suo ritratto fisico e morale.
     
      E già non solo le preparazioni fatte per terra e per mare ma il consentimento de' cieli e degli uomini pronunziavano a Italia le future calamità. Perché quegli che fanno professione d'avere, o per scienza o per afflatto divino, notizia delle cose future, affermavano con una voce medesima apparecchiarsi maggiori e piú spesse mutazioni, accidenti piú strani e piú orrendi che già per molti secoli si fussino veduti in parte alcuna del mondo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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