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      Perché essendo un dí egli e i compagni suoi alla presenza del re, e leggendosi da uno secretario regio i capitoli immoderati i quali per ultimo per la parte sua si proponevano, egli con gesti impetuosi, tolta di mano del secretario quella scrittura la stracciò innanzi agli occhi del re, soggiugnendo con voce concitata:
      - Poiché si domandano cose sí disoneste, voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campane. - Volendo espressamente inferire che le differenze si deciderebbono con l'armi; e col medesimo impeto, andandogli dietro i compagni, si partí subito della camera. Certo è che le parole di questo cittadino, noto prima a Carlo e a tutta la corte perché pochi mesi innanzi era stato in Francia imbasciadore de' fiorentini, messono in tutti tale spavento, non credendo massime che tanta audacia fusse in lui senza cagione, che richiamatolo, e lasciate le dimande alle quali si ricusava di consentire, si convennono insieme il re e i fiorentini in questa sentenza: che rimesse tutte le ingiurie precedenti, la città di Firenze fusse amica, confederata e in protezione perpetua della corona di Francia: che in mano del re, per sicurtà sua, rimanessino la città di Pisa, la terra di Livorno, con tutte le loro fortezze: le quali fusse obligato a restituire senza alcuna spesa a fiorentini subito che avesse finito l'impresa del regno di Napoli, intendendosi finita ogni volta che avesse conquistata la città di Napoli o composto le cose con pace o con tregua di due anni o che per qualunque causa la persona sua d'Italia si partisse, e che i castellani giurassino di presente di restituirle ne' casi sopradetti, e in questo mezzo il dominio, la giurisdizione, il governo, l'entrate delle terre fussino de' fiorentini, secondo il solito; e che le cose medesime si facessino di Pietrasanta, di Serezana e di Serezanello, ma che, per pretendere i genovesi d'avere ragione in queste, fusse lecito al re procurare di terminare le differenze loro o per concordia o per giustizia, ma che non l'avendo terminate nel soprascritto tempo, le restituisse a' fiorentini: che 'l re potesse lasciare in Firenze due imbasciadori, senza intervento de' quali, durante la detta impresa, non si trattasse cosa alcuna appartenente a quella; né potessino nel tempo medesimo eleggere senza sua partecipazione capitano generale delle genti loro: restituissinsi subito tutte l'altre terre tolte o ribellatesi da' fiorentini, a' quali fusse lecito recuperarle con l'armi in caso recusassino di ricevergli: donassino al re per sussidio della sua impresa ducati cinquantamila fra quindici dí, quarantamila per tutto marzo e trentamila per tutto giugno prossimi: fusse perdonato a' pisani il delitto della ribellione e gli altri delitti commessi poi: liberassinsi Piero de' Medici e i fratelli dal bando e dalla confiscazione, ma non potesse accostarsi Piero per cento miglia a i confini del dominio fiorentino, il che si faceva per privarlo della facoltà di stare a Roma, né i fratelli per cento miglia alla città di Firenze.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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