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      Né è proceduta dal sito, come molti credono, l'unione de' viniziani, perché e in quel sito potrebbono essere, e sono state qualche volta, discordie e sedizioni, ma dall'essere la forma del governo sí bene ordinata e bene proporzionata a se medesima che per necessità produce effetti sí preziosi e ammirabili. Né ci debbono manco muovere gli esempli nostri che gli alieni, ma considerandogli per il contrario: perché il non avere mai la città nostra avuto forma di governo simile a questo è stato causa che sempre le cose nostre sono state sottoposte a sí spesse mutazioni, ora conculcate dalla violenza delle tirannidi ora lacerate dalla discordia ambiziosa e avara di pochi ora conquassate dalla licenza sfrenata della moltitudine; e dove le città furono edificate per la quiete e felice vita degli abitatori, i frutti de' nostri governi le nostre felicità i nostri riposi sono stati le confiscazioni de' nostri beni, gli esili, le decapitazioni de' nostri infelici cittadini. Non è il governo introdotto nel parlamento diverso da quegli che altre volte sono stati in questa città, i quali sono stati pieni di discordie e di calamità, e dopo infiniti travagli publici e privati hanno finalmente partorito le tirannidi; perché, non per altro che per queste cagioni oppresse, appresso a nostri antichi, la libertà il duca di Atene, non per altro l'oppresse ne' tempi seguenti Cosimo de' Medici. Né si debbe averne ammirazione: perché, come la distribuzione de' magistrati e la deliberazione delle leggi non hanno bisogno quotidianamente del consenso comune ma dependono dall'arbitrio di numero minore, allora, intenti i cittadini non piú al beneficio publico ma a cupidità e fini privati, sorgono le sette e le cospirazioni particolari, alle quali sono congiunte le divisioni di tutta la città, peste e morte certissima di tutte le republiche e di tutti gli imperi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Atene Cosimo Medici