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      Quanto è adunque maggiore prudenza fuggire quelle forme di governo le quali, con le ragioni e con l'esempio di noi medesimi, possiamo conoscere perniciose! e accostarsi a quelle le quali, con le ragioni e con l'esempio d'altri, possiamo conoscere salutifere e felici! Perché io dirò pure, sforzato dalla verità, questa parola: che nella città nostra, sempre, un governo ordinato in modo che pochi cittadini vi abbino immoderata autorità sarà un governo di pochi tiranni; i quali saranno tanto piú pestiferi d'un tiranno solo quanto il male è maggiore e nuoce piú quanto piú è moltiplicato, e, se non altro, non si può, per la diversità de' pareri e per l'ambizione e per le varie cupidità degli uomini, sperarvi concordia lunga: e la discordia, perniciosissima in ogni tempo, sarebbe piú perniciosa in questo, nel quale voi avete mandato in esilio un cittadino tanto potente, nel quale voi siete privati d'una parte tanto importante del vostro stato, nel quale Italia, avendo nelle viscere eserciti forestieri, è tutta in gravissimi pericoli. Rare volte, e forse non mai, è stato assolutamente in potestà di tutta la città ordinare se medesima ad arbitrio suo: la quale potestà poiché la benignità di Dio v'ha conceduta, non vogliate, nocendo sommamente a voi stessi e oscurando in eterno il nome della prudenza fiorentina, perdere l'occasione di fondare un reggimento libero, e sí bene ordinato che non solo, mentre che e' durerà, faccia felici voi ma possiate promettervene la perpetuità; e cosí lasciare ereditario a' figliuoli e a' discendenti vostri tale tesoro e tale felicità, che giammai né noi né i passati nostri l'hanno posseduta o conosciuta.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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