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      Rotte le lancie, nello scontro delle quali caddono in terra da ogni parte molti uomini d'arme, molti cavalli, cominciò ciascuno a adoperare con la medesima ferocia le mazze ferrate gli stocchi e l'altre armi corte, combattendo co' calci co' morsi con gli urti i cavalli non meno che gli uomini; dimostrandosi certamente nel principio molto egregia la virtú degli italiani, per la fierezza massime del marchese, il quale, seguitato da una valorosa compagnia di giovani gentiluomini e di lancie spezzate (sono questi soldati eletti tenuti fuora delle compagnie ordinarie a provisione), e offerendosi prontissimamente a tutti i pericoli, non lasciava indietro cosa alcuna, che a capitano animosissimo appartenesse. Sostenevano valorosamente sí feroce impeto i franzesi, ma essendo oppressati da moltitudine tanto maggiore cominciavano già quasi manifestamente a piegarsi, non senza pericolo del re, appresso al quale pochi passi fu fatto prigione, benché combattesse fieramente, il bastardo di Borbone: per il caso del quale sperando il marchese avere il medesimo successo contro alla persona del re, condotto improvidamente in luogo di tanto pericolo senza quella guardia e ordine che conveniva a principe sí grande, faceva con molti de' suoi grandissimo sforzo di accostarsegli. Contro a' quali il re, avendo intorno a sé pochi de' suoi, dimostrando grande ardire si difendeva nobilmente, piú per la ferocia del cavallo che per l'aiuto loro. Né gli mancorono in tanto pericolo quelli consigli che sogliono, nelle cose difficili, essere ridotti alla memoria dal timore perché vedendosi quasi abbandonato da' suoi, voltatosi agli aiuti celesti, fece voto a san Dionigi e a san Martino, reputati protettori particolari del reame di Francia, che se passava salvo con l'esercito nel Piemonte andrebbe, subito che fusse ritornato di là da' monti, a visitare con grandissimi doni le chiese dedicate al nome loro, l'una appresso a Parigi l'altra a Torsi; e che ciascuno anno farebbe, con solennissime feste e sacrifici, testimonianza della grazia ricevuta per opera loro: i quali voti come ebbe fatti, ripreso maggiore vigore, cominciò piú animosamente a combattere sopra le forze e sopra la sua complessione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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