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      Ma Ferdinando, il terzo dí, disperato che nella città si facesse alterazione, si allargò in mare per ritirarsi a Ischia: onde i congiurati, considerando che per essere la congiurazione quasi scoperta era diventata causa propria la causa di Ferdinando, ristrettisi insieme e deliberati di fare della necessità virtú, mandorono segretamente uno battello a richiamarlo; pregandolo che, per dare piú facilità e animo a chi voleva levarsi in suo favore, mettesse in terra o tutta o parte della sua gente. Però di nuovo ritornato sopra a Napoli, il dí seguente a quello nel quale fu fatta la giornata in sulla ripa del fiume del Taro, si accostò al lito con l'armata, per porre in terra alla Maddalena, luogo propinquo a Napoli a uno miglio, dove entra in mare il picciolo piú presto rio che fiumicello chiamato Sebeto, incognito a ciascuno se non gli avessino dato nome i versi de' poeti napoletani. Il che vedendo Mompensieri, non manco pronto a procedere con audacia quando era necessario il timore che fusse stato pronto a procedere con timore quando era necessaria, il dí dinanzi, l'audacia, uscí fuora della città con quasi tutti i soldati per vietargli lo scendere in terra: il che fu cagione che avendo i napoletani tale opportunità quale appena arebbono saputa desiderare si levorono subito in arme, fatto il principio di sonare a martello dalla chiesa del Carmino vicina alle mura della città, e successivamente seguitando tutte l'altre, e occupate le porte, cominciorono scopertamente a chiamare il nome di Ferdinando.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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