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      Un fosso che noi passiamo, un riparo che noi spuntiamo, ci mette in seno cose sí grandi: lo imperio e le ricchezze di tutta Italia, la facoltà di vendicarci di tante ingiurie. I quali due stimoli, soliti ad accendere gli uomini pusillanimi e ignavi, se non moveranno la nazione nostra bellicosa e feroce potremo dire certamente esserci mancata piú presto la virtú che la fortuna; la quale ci ha arrecato occasione di guadagnare in sí piccolo campo, in sí poche ore, premi tanto grandi e tanto degni che né piú grandi né piú degni n'aremmo saputo noi medesimi desiderare. -
      Ma in contrario il principe di Oranges parlò cosí:
      - Se le cose nostre, cristianissimo re, non fussino ridotte in tanta strettezza di tempo, ma fussino in grado che ci dessino spazio d'accompagnare le forze con la prudenza e con la industria, e non ci necessitassino, se vogliamo perseverare nell'armi, a procedere impetuosamente e contro a tutti i precetti dell'arte militare, sarei ancora io uno di quegli che consiglierei che si rifiutasse l'accordo; perché in verità molte ragioni ci confortano a non l'accettare, non si potendo negare che il continuare la guerra sarebbe molto onorevole e molto a proposito delle cose nostre di Napoli. Ma i termini ne' quali è ridotta Novara e la rocca, dove non è da vivere pure per un giorno, ci costringono, se la vogliamo soccorrere, ad assaltare gl'inimici subitamente; e quando pure, lasciandola perdere, pensiamo a trasferire in altra parte dello stato di Milano la guerra, la stagione del verno che si appropinqua, molto incomoda a guerreggiare in questi luoghi bassi e pieni di acqua, la qualità del nostro esercito il quale, per la natura e moltitudine sí grande de' svizzeri, se non sarà adoperato presto potrebbe essere piú pernicioso a noi che agl'inimici, la carestia grandissima de' danari per la quale è impossibile il mantenerci qui lungamente, ci necessitano, non accettando l'accordo, a cercare di terminare presto la guerra: il che non si può fare altrimenti che andando a dirittura a combattere con gl'inimici.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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