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      Perciò mancando a Piero e a Verginio non solo le speranze le quali s'avevano proposte ma ancora i danari per sostentare le genti, diminuiti assai di fanti e di cavalli, si ritirorono al Bagno a Rapolano nel contado di Chiusi, città suddita a' sanesi. Dove fra pochi dí, tirando Verginio il suo fato, arrivorono Cammillo Vitelli
      e monsignore di Gemel, mandati dal re di Francia per condurlo a' soldi suoi e menarlo nel reame di Napoli; dove il re, intesa l'alienazione de' Colonnesi, desiderava di servirsene: il quale partito, non ostante la contradizione di molti de' suoi, che lo consigliavano o che si conducesse co' confederati, che ne lo ricercavano con grande instanza, o che ritornasse al servigio aragonese, fu accettato da lui; o perché sperasse di ricuperare piú facilmente con questo mezzo i contadi di Albi e di Tagliacozzo, o perché, ricordandosi delle cose intervenute nella perdita del regno e vedendo essere grande appresso a Ferdinando l'autorità de' Colonnesi suoi avversari, si diffidasse di potere piú ritornare seco nell'antica fede e grandezza, o pure lo movesse, secondo che affermava egli, la mala sodisfazione che aveva de' príncipi confederati per avergli mancato delle promesse fattegli al favore di Piero de' Medici. Fu adunque condotto con secento uomini d'arme per lui e per gli altri di casa Orsina, ma nondimeno con obligo di mandare Carlo suo figliuolo in Francia per sicurtà del re (questi sono i frutti di chi ha già fatta sospetta la fede propria); e ricevuti i danari, attendeva a prepararsi per andare insieme co' Vitelli nel regno.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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