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      Prese Mompensieri la terra e dipoi la fortezza di San Severino, e arebbe fatti senza dubbio maggiori progressi se non l'avesse impedito la difficoltà de' danari; perché non essendogliene mandati di Francia, né avendo facoltà di cavarne del regno, e perciò non potendo pagare i soldati, e stando per questa cagione l'esercito malcontento e massimamente i svizzeri, non faceva effetti pari alle forze che avea. Consumoronsi con queste azioni, per l'uno e l'altro esercito, circa a tre mesi. Nel quale tempo e nella Puglia guerreggiava con gli aiuti del paese don Federico, con cui era don Cesare d'Aragona, essendogli oppositi i baroni e i popoli che seguitavano la parte franzese; e nell'Abruzzi Graziano di Guerra, molestato dal conte di Popoli e da altri baroni aderenti a Ferdinando, si difendeva con valore grande; e il prefetto di Roma, che dal re aveva la condotta di dugento uomini d'arme, molestava dagli stati suoi le terre di Montecasino e il paese circostante. Ma piú importanti erano le cose della Calavria, dove era declinata alquanto la prosperità de' franzesi, essendo ammalato Obigní di lunga infermità, la quale gli interroppe il corso della vittoria. Con tutto che quasi tutta la Calavria e il Principato fussino a divozione del re di Francia, Consalvo, rimesse insieme le genti spagnuole e i paesani amici degli aragonesi, i quali per l'acquisto di Napoli erano augumentati, aveva prese alcune terre, e manteneva vivo in quella provincia il nome di Ferdinando: dove per i franzesi erano le medesime difficoltà, per mancamento di danari, che nello esercito.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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