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      Accampovvisi subito Ferdinando, intento tutto a impedirle loro, poiché vedeva presente la speranza di ottenere la vittoria senza pericolo e senza sangue, e perciò attendendo a fare all'intorno molte tagliate e a insignorirsi delle terre vicine. Ma le difficoltà de' franzesi gli rendevano ogni dí le cose piú facili. Perché i fanti tedeschi, non avendo, poi che furono levati del suo paese, ricevuto pagamento se non per due mesi, ed essendo
      passati tutti i termini invano aspettati, se n'andorono nel campo di Ferdinando; onde crescendo a lui la facoltà di infestare piú gli inimici e di piú distendervisi, vi si conducevano piú difficilmente le vettovaglie che venivano da Venosa e dall'altre terre circostanti. Né in Atella era tanto da vivere che bastasse a sostentare molti dí i franzesi, perché vi era piccola quantità di grano; e avendo gli aragonesi rovinato uno molino, il quale era in sul fiume che corre propinquo alle mura, pativano anche di macinato: non si alleggerendo le incomodità presenti per la speranza del futuro; poi che da parte alcuna non appariva segno di soccorso.
      Ma l'avversità che sopravenne in Calavria messe in ultima ruina le cose loro. Perché avendo Consalvo, per l'occasione della infermità lunga di Obigní per la quale molti de' suoi erano andati all'esercito di Mompensieri, preso piú terre in quella provincia, si era ultimatamente, con gli spagnuoli e con molti soldati del paese, fermato a Castrovillole; dove avendo notizia che a Laino erano il conte di Meleto e Alberigo da San Severino e molti altri baroni con numero di gente quasi pari, e che ingrossando continuamente, disegnavano, come fussino piú potenti, d'andare ad assaltarlo, deliberò di prevenire, sperando di opprimergli incauti per la sicurtà che avevano dal sito del loro alloggiamento, perché il castello di Laino è posto in sul fiume [Sapri] che divide la Calavria dal Principato, e il borgo è dall'altra parte del fiume; nel quale alloggiando erano guardati dal castello contro a chi venisse ad assaltargli per il cammino diritto, e tra Laino e Castrovillole erano Murano e alcun'altre terre del principe di Bisignano che si tenevano per loro.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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