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      Cosí raffreddando le cose cominciate con grande speranza, Batistino, non fatto a Genova frutto alcuno, perché la città per le provisioni fatte stette quieta, ritornò a unirsi col Triulzio, allegando essere riusciti vani i disegni suoi perché da' fiorentini non era stata assaltata la riviera di levante; i quali non avevano giudicato prudente consiglio lo implicarsi nella guerra se prima le cose de' franzesi non si dimostravano piú prospere e piú potenti. Andò medesimamente il Vincola a unirsi col Triulzio, non avendo fatto altro che prese alcune terre del marchese del Finale, perché si era scoperto alla difesa di Sav
      ona. Unite le genti franzesi feceno alcune scorrerie verso il Castellaccio, terra vicina al Bosco, stata già fortificata da' capitani del duca; e augumentandosi continuamente l'esercito de' collegati che faceva la massa ad Alessandria, e per contrario cominciando a mancare a' franzesi danari e vettovaglie, né essendo gli altri capitani bene pazienti a ubbidire al Triulzio, fu costretto, lasciata guardia in Novi e nel Bosco, a ritirarsi con l'esercito appresso ad Asti.
      Credesi che a questa impresa nocesse, come si vede molte volte intervenire, la divisione fatta delle genti in piú parti, e che se tutti si fussino nel principio dirizzati a Genova arebbono forse avuto migliore successo; perché, oltre alla inclinazione delle fazioni e lo sdegno nato per causa di Pietrasanta, parte de' cavalli e de' fanti tedeschi che il duca di Milano v'aveva mandati, soprastativi pochi dí, se ne erano tornati all'improviso in Germania.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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