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      La deliberazione fatta con consiglio comune di Lodovico Sforza e de' fiorentini fu di augumentare talmente l'esercito che e' fusse potente a espugnare le terre del contado di Pisa, e di fare ogni opera perché tutti i vicini desistessino da dare favore a' pisani o da molestare, per ordine de' viniziani, da altre parti i fiorentini. Però, avendo Lodovico, prima che deliberasse di scoprirsi, condotto con dugento uomini d'arme a comune co' viniziani Giovanni Bentivogli, operò tanto che l'obligò, con lo stato di Bologna, a sé solo; e per confermarlo tanto piú, i fiorentini condussono Alessandro suo figliuolo. E perché, se i viniziani, che avevano in protezione il signore di Faenza, facessino dalla parte di Romagna qualche insulto, vi trovassino resistenza, condussono i fiorentini con cento cinquanta uomini d'arme Ottaviano da Riario signore d'Imola e di Furlí, che si reggeva ad arbitrio di Caterina Sforza sua madre; la quale seguitava senza rispetto alcuno le parti di Lodovico e de' fiorentini, mossa da piú cagioni ma specialmente per essersi maritata occultamente a Giovanni de' Medici, il quale il duca di Milano, non contento del governo popolare, desiderava di fare, insieme col fratello, grande in Firenze. Procurò medesimamente Lodovico co' lucchesi, co' quali aveva grandissima autorità, che non favorissino piú i pisani come sempre avevano fatto; il che se bene non osservorono in tutto, se ne astenneno assai per suo rispetto. Restavano i genovesi e i sanesi, inimici antichi de' fiorentini e tra' quali militavano le cagioni delle controversie, con questi per Montepulciano, con quegli per le cose di Lunigiana; e de' sanesi era da temere che acciecati dall'odio non dessino, come in altri tempi molte volte con danno proprio avevano fatto, comodità a ciascuno di turbare, per il loro stato, i fiorentini; e con tutto che a' genovesi, per l'antiche inimicizie, fusse molesto che i viniziani si confermassino in Pisa, nondimeno (come in quella città suole essere piccola cura del beneficio publico) comportavano a' pisani e a' legni de' viniziani il commercio delle loro riviere, per l'utilità che ne perveniva in molti privati, onde i pisani ricevevano grandissime comodità: però, per consiglio di Lodovico, furono da' fiorentini mandati a Genova e a Siena imbasciadori, per trattare per mezzo suo di comporre le controversie.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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