Pagina (458/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Però fu deliberato che a' fiorentini si dessino per la recuperazione di Pisa, e con promissione del cardinale che nel passare restituirebbono Pietrasanta e Mutrone, secento lancie pagate dal re, e a spese loro proprie cinquemila svizzeri sotto il baglí di Digiuno, e certo numero di guasconi, e tutta l'artiglieria e le munizioni necessarie a quella impresa; e vi si aggiunsono, contro alla volontà del re e de' fiorentini, secondo il costume loro, dumila altri svizzeri. Delle quali genti deputò capitano Beumonte, dimandatogli da' fiorentini, perché per essere stato pronto a restituire loro Livorno confidavano molto in lui, non considerando che nel capitano dell'esercito, se bene è necessaria la fede è necessaria l'autorità e la perizia delle cose belliche: benché il re, con piú sano e piú utile consiglio, avesse destinato Allegri, capitano molto piú perito nella guerra, e al quale, per essere di sangue piú nobile e di maggiore riputazione, sarebbe stata piú pronta l'ubbidienza dello esercito.
      Ma si cominciorono prestamente a scoprire le molestie e le difficoltà che accompagnavano gli aiuti de' franzesi: perché, essendo cominciato a correre il pagamento de' fanti il primo dí di maggio, dimororno tutto il mese in Lombardia per gli interessi propri del re, desideroso, con l'occasione del transito di questo esercito, di trarre danari dal marchese di Mantova e da' signori di Carpi, di Coreggio e della Mirandola, per pena degli aiuti dati a Lodovico Sforza; in modo che i fiorentini, cominciati a insospettire di questo indugio, e parendo oltre a ciò darsi a' pisani troppo tempo di ripararsi e provedersi, ebbono inclinazione di abbandonare la impresa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Pisa Pietrasanta Mutrone Digiuno Beumonte Livorno Lombardia Mantova Carpi Coreggio Mirandola Lodovico Sforza