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      Nella quale non fu fatta menzione alcuna del re di Napoli; con tutto che Massimiliano, avendo ricevuto da lui quarantamila ducati, e obligazione di pagargli, accadendo il bisogno, quindicimila ducati ogni mese, gli avesse promesso di non fare accordo alcuno senza includervelo, e di rompere la guerra, se fusse necessario il fare diversione, nello stato di Milano. Perciò rimanendo il re di Francia sicuro per allora de' movimenti di Germania, e sperando di ottenere, innanzi passasse molto tempo, per mezzo del medesimo arciduca, la investitura e la pace, voltò tutti i suoi pensieri alla impresa del regno di Napoli. Alla quale temendo non se gli opponessino i re di Spagna, e dubitando che a quelli re non si unissino, per timore della sua grandezza, i viniziani e forse il pontefice, rinnovò con loro le pratiche, cominciate a tempo del re Carlo, della divisione di quel reame, al quale Ferdinando re di Spagna pretendeva similmente avere ragione. Perché se bene Alfonso re di Aragona l'avesse acquistato per ragioni separate dalla corona di Aragona, e però come di cosa propria ne avesse disposto in Ferdinando figliuolo suo naturale, nondimeno in Giovanni suo fratello che gli succedette nel regno di Aragona, e in Ferdinando figliuolo di Giovanni, era stata insino allora querela tacita che, avendolo Alfonso conquistato con l'armi e co' danari del reame di Aragona, apparteneva legittimamente a quella corona: la quale querela aveva Ferdinando coperta con astuzia e pazienza spagnuola, non solo non pretermettendo con Ferdinando re di Napoli, e poi con gli altri che succederono di lui, gli uffici debiti tra parenti ma eziandio augumentandogli con vincolo di nuova affinità, perché a Ferdinando di Napoli dette per moglie Giovanna sua sorella e consentí poi che Giovanna figliuola di quella si maritasse a Ferdinando giovane; e nondimeno non aveva però conseguito che la cupidità sua non fusse, molto tempo prima, stata nota a' re napoletani.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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