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      E nondimeno, per compiacere a' Vitelli e agli Orsini, simulava altrimenti; e molto piú per accrescere il terrore e la disunione de' fiorentini, mediante la quale sperava o ottenere da loro migliori condizioni o potere avere occasione di occupare qualche terra importante di quel dominio. Ma presentendo già che lo insulto suo era molesto al re di Francia, condotto che fu a Campi, presso a sei miglia a Firenze, fece convenzione con loro in questa sentenza: che tra la republica fiorentina e lui fusse confederazione a difesa degli stati, essendo proibito l'aiutare i ribelli l'uno dell'altro, e nominatamente al Valentino i pisani; perdonassino i fiorentini tutti i delitti fatti per qualunque nella venuta sua, né se gli opponessino in difesa del signore di Piombino, il quale era sotto la loro protezione; conducessinlo agli stipendi loro per tre anni con trecento uomini d'arme, e con soldo di trentaseimila ducati per ciascuno anno, li quali fusse tenuto mandare in aiuto loro qualunque volta n'avessino di bisogno o per difesa propria o per offesa d'altri. Il quale accordo fatto, andò a Signa, facendo piccole giornate, e dimorando in ogni alloggiamento qualche dí e danneggiando con incendi e con prede il paese non manco che se fusse stato scoperto inimico, dimandava, secondo l'uso de' pagamenti che si fanno alle genti d'arme, la quarta parte de' danari che si dovevano in uno anno, e di essere accomodato di artiglierie per condurle contro a Piombino: una delle quali dimande ricusavano apertamente i fiorentini perché non vi erano obligati, l'altra differivano perché erano in animo di non osservare le promesse fatte per forza, e per avvisi che aveano ricevuti dallo oratore loro che era appresso al re


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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