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      Nelle quali difficoltà, avendo pure Consalvo, come intese l'esercito franzese avere passato Roma, scoperte le sue commissioni e mandato a Napoli sei galee per levarne le due reine vecchie, sorella l'una l'altra nipote del suo re, consigliava Prospero Colonna che Federigo ritenesse quelle galee, e unite tutte le forze sue si opponesse in sulla campagna agli inimici; perché nel tentare la fortuna poteva pure essere qualche speranza di vittoria, essendo incertissimi piú che di tutte l'altre azioni degli uomini gli eventi delle battaglie, ma in qualunque altro modo essere certissimo che e' non aveva facoltà alcuna di resistere a due potentissimi re che l'assaltavano in diverse parti del reame; nondimeno Federigo, giudicando anche di piccolissima speranza questo consiglio, deliberò di ridursi alla guardia delle terre. Però essendo, già innanzi che Obigní uscisse di Roma, ribellato San Germano e altri luoghi vicini, determinò di fare la prima difesa nella città di Capua; nella quale, con trecento uomini d'arme alcuni cavalli leggieri e tremila fanti, messe Fabrizio Colonna, e con lui Rinuccio da Marciano condotto nuovamente agli stipendi suoi. A guardia di Napoli lasciò Prospero Colonna, ed egli col resto delle genti si fermò ad Aversa.
      Ma Obigní, partito di Roma, fece nel passare innanzi abbruciare Marino, Cavi e certe altre terre de' Colonnesi, sdegnato perché Fabrizio aveva fatto in Roma ammazzare i messi di alcuni baroni del regno seguaci della parte franzese, che erano andati a convenire con lui.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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