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      Per mezzo del cardinale, trattorono i fiorentini in questo tempo di essere di nuovo ricevuti nella protezione del re, ma senza effetto, perché proponeva condizioni molto difficili; anzi dimostrando d'avere totalmente l'animo alieno da loro e pretendendo, il re, non essere piú obligato alle convenzioni fatte a Milano, fece consegnare a' lucchesi, accettati di nuovo in protezione, Pietrasanta e Mutrone, come cose per antiche ragioni appartenenti a quella città: ma ricevuti da loro, come signore di Genova, ventiquattromila ducati, perché i lucchesi possessori anticamente di Pietrasanta l'aveano, per certe necessità, impegnata per tanta quantità a' genovesi, da' quali era poi per forza d'armi pervenuta ne' fiorentini. Trattò ancora co' sanesi co' lucchesi e co' pisani di unirgli insieme per rimettere i Medici in Firenze, disegnando che il re conseguisse da ciascuno non piccola somma di danari: le quali pratiche benché si conducessino insino quasi alla stipulazione, nondimeno non ebbeno effetto perché non erano tutti pronti a pagare la quantità de' danari dimandata, e perché si conosceva essere piú facilità a valersi de' fiorentini.
      Sopravenne finalmente speranza piú certa dal re de' romani, e però il cardinale andò a convenirsi [con lui] a Trento dove trattorono molte cose concernenti di stabilire il matrimonio di Claudia figliuola del re di Francia e di Carlo primogenito dello arciduca, con la concessione all'uno e l'altro di loro della investitura del ducato di Milano. Trattossi similmente di muovere guerra a' viniziani, per ricuperare ciascuno quello che pretendeva essergli occupato da loro; e di convocare uno concilio universale per riordinare le cose della Chiesa, non solo, come dicevano, nelle membra ma eziandio nel capo: e a questo simulava di consentire il re de' romani per dare speranza di conseguire il pontificato al cardinale di Roano, il quale ardentemente vi aspirava; avendone il suo re, per l'interesse della grandezza propria, non minore cupidità di lui.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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