Pagina (491/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      In questo anno medesimo morí Augustino Barbarico doge de' viniziani, avendo esercitato molto felicemente il suo principato, e con tale autorità che pareva che in molte cose avesse trapassato il grado de' suoi antecessori. Però, limitata con leggi nuove la potestà de' successori, fu eletto in suo luogo Leonardo Loredano; non sentendo, per la forma molto eccellente del governo loro, le cose publiche, né per la morte del principe né per la elezione del nuovo, variazione alcuna.
      Erano state in questo anno medesimo, fuora dell'uso degli anni precedenti, assai quiete l'armi tra' fiorentini e i pisani; perché i fiorentini, non essendo piú sotto la protezione del re di Francia e stando in continuo sospetto del pontefice e del Valentino, avevano piú atteso a guardare le cose proprie che a offendergli; e i pisani, impotenti da se stessi a travagliargli, non potevano farlo con aiuto d'altri, perché niuno si moveva se non per sostenergli quando erano in pericolo di perdersi. Ma nell'anno mille cinquecento due ritornorono a movimenti consueti, perché i fiorentini, quasi nel principio del detto anno, convennono di nuovo col re di Francia, superate tutte le difficoltà piú per beneficio della fortuna che per benignità del re o per altre cagioni. Conciossiacosaché essendo il re de' romani entrato, dopo la partita del cardinale di Roano da lui, in nuovi disegni, e recusando di concedere al re la investitura del ducato di Milano eziandio per le figliuole femmine, aveva mandato in Italia oratori Ermes Sforza, liberato di carcere dal re di Francia per la intercessione della reina de' romani sua sorella, e il proposto di Brissina, a trattare, col pontefice e con gli altri potentati, della passata sua per pigliare la corona dello imperio: i quali, dimorati alquanti dí in Firenze, avevano ottenuto che la città gli promettesse aiuto di cento uomini d'arme e di trentamila ducati quando fusse entrato in Italia: e però il re, sospettando che i fiorentini disperati dell'amicizia sua non volgessino l'animo alle cose di Massimiliano, partendosi dalle dimande immoderate che aveva fatte, si ridusse a piú tollerabili condizioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Augustino Barbarico Leonardo Loredano Francia Valentino Francia Roano Milano Italia Ermes Sforza Francia Brissina Firenze Italia Massimiliano