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      E dopo questo mandorno subitamente gli aretini a chiamare Vitellozzo, non contento che innanzi al tempo determinato da lui co' congiurati fusse succeduto questo accidente, perché non aveva ancora in ordine le provisioni disegnate per resistere alle genti de' fiorentini se, come era verisimile, fussino venute per entrare in Arezzo per la fortezza: per il quale timore, benché subito andasse ad Arezzo con la compagnia sua delle genti d'arme e con molti fanti comandati da Città di Castello, e che Giampaolo Baglioni gliene mandasse da Perugia e Pandolfo Petrucci gli porgesse segretamente qualche somma di danari, nondimeno, lasciatevi quelle genti, e dato ordine che attendessino a chiudere sollecitamente la cittadella acciocché di quella non si potesse entrare nella città, se ne ritornò a Città di Castello, sotto colore di andarvi per ritornare presto in Arezzo con maggiore provisione. Ma in Firenze, per quegli a' quali apparteneva il fare deliberazione per provedervi, non fu da principio considerato sufficientemente quanto importasse questo accidente. Perché avendo i cittadini principali, col consiglio de' quali solevano deliberarsi le cose importanti della republica, consigliato che subito le genti che erano a campo a Vico Pisano, in tal numero che movendosi con celerità non arebbeno avuto resistenza potente, si voltassino ad Arezzo, molti imperiti che risedevano ne' maggiori magistrati, vociferando questo essere caso leggiero e da potersi medicare con le forze degli altri sudditi vicini a quella città ma dimostrarsi il pericolo molto maggiore da coloro i quali, d'animo alieno dal presente governo, desideravano che Vico Pisano non si pigliasse, acciocché non si potesse quell'anno attendere alla ricuperazione di Pisa, differirono tanto il muovere delle genti che Vitellozzo, ripreso animo dalla loro tardità e già accresciuto di forze, ritornò in Arezzo; ove dopo lui andorno con altre genti Giampagolo Baglione e Fabio figliuolo di Pagolo Orsini, e il cardinale e Piero de' Medici.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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