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      Aggiugnevasi l'essere in discordia co' quattro cantoni de' svizzeri che dimandavano la cessione delle ragioni di Bellinzone e che oltre a questo desse loro Vallevoltolina, Scafusa, e altre cose immoderate; minacciando altrimenti di accordarsi con Massimiliano. Le quali difficoltà faceva piú gravi l'essere allora escluso di ogni speranza di composizione col re di Spagna; perché se bene quel re gli avea proposta la restituzione del re Federico a quello reame, e perciò egli l'avesse condotto seco in Italia, e si fusse anche trattato di fare tregua per certo tempo ritenendo ciascuno quello possedeva, nondimeno l'una e l'altra pratica ebbe tante difficoltà che il re di Francia, con grandissima indegnazione, licenziò gli oratori spagnuoli dalla sua corte. Per le quali cagioni, avendogli il pontefice ultimatamente mandato Troccies cameriere suo confidatissimo, e promettendogli Valentino ed egli di aiutarlo quanto potessino nella guerra napoletana, si dispose di continuare nell'amicizia del pontefice; e però, come Troccies fu ritornato a Roma, il Valentino, in sulla relazione fatta da lui, montato secretamente in sulle poste andò al re, che era venuto a Milano: da cui, contro all'espettazione e con gravissimo dispiacere di tutti, fu ricevuto con eccessive carezze e onori. Onde, non gli essendo piú necessarie le genti che aveva in Toscana, le richiamò in Lombardia; avendo prima ricevuto nella sua protezione i sanesi e Pandolfo Petrucci, con condizione che, parte di presente parte in certi tempi, gli pagassino quarantamila ducati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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