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      Ma il sospetto entrato nel popolo di Siena che non tendessino a occupare quella città faceva piú difficile il disegno loro contro a Pandolfo, perché molti cittadini, malcontenti per l'ordinario di lui, si riducevano a volere piú tosto temporeggiarsi sotto la tirannide di uno cittadino che cadere in servitú forestiera; in modo che di là non gli era dato nel principio risposta alcuna per la quale potesse sperare della partita di Pandolfo: ed egli nondimeno, continuando nella medesima simulazione di non volere altro che questo, procedeva avanti nel territorio loro, ed era già arrivato a Pienza, e Chiusi e l'altre terre vicine arrendutesegli d'accordo. Donde crescendo in Siena il timore, e cominciandosi a spargere nel popolo ed eziandio tra alcuni de' principali non essere conveniente che, per mantenere la potenza di uno cittadino, si mettesse tutta la città in sí grave pericolo, Pandolfo deliberò di fare con buona grazia di tutti quello che dubitava non avere a fare alla fine con odio universale, e con maggiore pericolo e danno proprio; e però, con consentimento suo, fu significato in nome publico al Valentino essere contenti compiacerlo della dimanda fatta, pure che si partisse con le sue genti de' terreni loro: la quale risoluzione, ancoraché il pontefice ed egli avessino aspirato a maggiore disegno, fu accettata, per la difficoltà conoscevano di espugnare Siena, terra grossa, forte di sito, nella quale erano Giampagolo Baglioni e molti soldati; e dove il popolo, quando fusse restato certificato che Valentino avesse altro fine che la partita di Pandolfo, sarebbe stato unito a resistergli.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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