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      Credettesi che Giampaolo Baglioni, che era venuto a Roma insieme con l'Alviano, cosí come, seguitando l'esempio suo, trattava in uno tempo medesimo di condursi co' franzesi e con gli spagnuoli lo seguitasse similmente nella deliberazione. Ma il cardinale di Roano, attonito della alienazione degli Orsini, per la quale si conosceva essere ridotte in dubbio le speranze prima quasi certe de' franzesi, lo condusse subito, concedendogli qualunque condizione dimandò, agli stipendi del suo re con cento cinquanta uomini d'arme, benché sotto nome de' fiorentini, perché cosí volle Giampagolo per essere piú sicuro di ricevere a tempi debiti i pagamenti: i quali si aveano a compensare in quello che dovevano al re per virtú delle loro convenzioni. E nondimeno Giampagolo, ritornato a Perugia per mettere in ordine le genti, e ricevuti ducati quattordicimila, governandosi piú secondo i successi delle cose comuni o secondo le passioni e interessi suoi che secondo quello che conviene all'onore e alla fede de' soldati, e differendo l'andare all'esercito franzese con varie scuse, non si mosse da Perugia; il che il cardinale di Roano interpretò essere proceduto perché Giampaolo, imitando la fede poco sincera de' capitani d'Italia, avesse, insino quando fu condotto, promesso a Bartolomeo d'Alviano e agli spagnuoli di cosí fare.
      Con la condotta degli Orsini si congiunse la pace tra loro e i Colonnesi, stipulata nell'ora medesima nella abitazione dell'oratore spagnuolo, nel quale e nell'oratore viniziano rimessono concordemente tutte le differenze.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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