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      Assentivvi il cardinale Ascanio riconciliato prima con lui, deposta la memoria delle antiche contenzioni che avevano avute insieme quando, cardinali tutt'a due innanzi al pontificato di Alessandro, seguitavano la corte romana; perché conoscendo, meglio che non aveva fatto il cardinale di Roano, la sua natura, sperò che diventato pontefice avesse ad avere la inquietudine medesima o maggiore di quella che aveva avuta in minore fortuna, e concetti tali che gli potrebbono aprire la via a ricuperare il ducato di Milano. Assentironvi similmente, se bene prima n'avessino l'animo alienissimo, i cardinali spagnuoli: perché, vedendo concorrervi tanti altri e perciò temendo non essere sufficienti a interrompere la sua elezione, giudicorono essere piú sicuro il mitigarlo consentendo che esasperarlo negando, e confidando in qualche parte nelle promesse grandi che ottennono da lui; e indotti dalle persuasioni e da' prieghi del Valentino, ridotto in tale calamità che era necessitato a seguitare qualunque pericoloso consiglio, e ingannato non meno che gli altri dalle speranze sue; perché gli promesse di collocare la figliuola in matrimonio a Francesco Maria della Rovere prefetto di Roma, suo nipote, confermargli il capitanato delle armi della Chiesa e, quello che importava piú, aiutarlo a recuperare gli stati di Romagna, i quali già tutti, dalle fortezze in fuora, si erano alienati dalla ubbidienza sua.
     
      Lib.6, cap.6
     
      L'azione dei veneziani in Romagna. La questione di Faenza fra il pontefice ed i veneziani.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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