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      Le condizioni furono che ciascuno ritenesse quello possedeva: fusse libero per tutti i regni e stati di ciascuna delle parti il commercio a' sudditi loro, eccetto che nel reame di Napoli: con la quale eccezione ottenne per via indiretta il gran capitano quel che gli era proibito direttamente, perché nelle frontiere de' luoghi tenute da' franzesi, che erano solamente in Calavria Rossano, in Terra d'Otranto Oira e in Puglia Venosa, Conversano e Casteldelmonte, pose genti che proibissino che alcuno o de' soldati o degli uomini di quelle terre non conversassino in luogo alcuno posseduto dagli spagnuoli; la quale cosa gli ridusse prestamente in tale strettezza che vedendo Luigi d'Ars e gli altri soldati e baroni di quelle terre che gli uomini, non potendo tollerare tante incomodità, deliberavano d'arrendersi agli spagnuoli, se ne partirono. E nondimeno il reame di Napoli, benché per tutto ne fussino stati cacciati gli inimici, non godeva i frutti della pace. Perché i soldati spagnuoli, creditori già delle paghe di piú di uno anno, non contenti che 'l gran capitano, perché si sostentassino insino che avesse proveduto a' danari, gli aveva alloggiati in diversi luoghi ne' quali vivevano a spese de' popoli, ma prestate indiscretissimamente ad arbitrio loro (al che i soldati hanno dato nome di alloggiamento a discrezione), rotti i freni dell'ubbidienza erano, con grandissimo dispiacere del gran capitano, entrati in Capua e in Castell'a mare, onde recusando di partirsi se non si numeravano loro gli stipendi già corsi, né a questo, perché importavano quantità grandissima di danari, potendo provedersi senza aggravare eccessivamente il reame esausto per le lunghe guerre e consumato, erano miserabili le condizioni degli uomini, non essendo meno grave la medicina che la infermità che si cercava di curare: cose tanto piú moleste quanto piú erano nuove e fuora degli esempli passati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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