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      Ma in Giulio era intenzione molto diversa; e deliberato di superare l'espettazione conceputa, aveva atteso e attendeva, contro alla consuetudine della sua pristina magnanimità, ad accumulare con ogni studio somma grandissima di pecunia, acciò che alla volontà che aveva di accendere guerra fusse aggiunto la facoltà e il nervo di sostenerla: e trovandosi in questo tempo già non poco abbondante di danari, cominciava a scoprire i suoi pensieri indiritti a cose grandissime. Però, raccolto e udito molto lietamente il vescovo di Sisteron, l'aveva espedito indietro con prontezza grande a trattare nuovo restringimento tra loro: al quale, per disporre meglio l'animo del re e del cardinale di Roano, promesse, per breve portato dal medesimo Sisteron, la degnità del cardinalato a' vescovi di Aus e di Baiosa. E nondimeno, in tanto ardore, si distraeva qualche volta l'animo suo in vari scrupoli e difficoltà. Perché, o per odio che occultamente avesse conceputo contro al re, nel tempo che fuggendo l'insidie di Alessandro stette in Francia, o perché sommamente gli dispiaceva l'essere quasi necessitato, per la potenza e per la instanza del re, conservare nella legazione di Francia il cardinale di Roano o perché avesse sospetto che il medesimo cardinale, gli andamenti del quale manifestamente tendevano al pontificato, impaziente d'aspettare la morte sua cercasse di conseguirlo per vie estraordinarie, non era del tutto deliberato di congiugnersi col re di Francia; senza la congiunzione del quale conosceva essere impossibile che per allora gli succedesse cosa alcuna di momento.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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