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      Il quale, per fuggire nel principio del regno suo la guerra con Federigo, si convenne seco di non pigliare moglie, acciò che dopo la vita sua pervenisse quel reame a Federigo o a' figliuoli, il che benché non osservasse, morí nondimeno senza figliuoli. Né per questo adempié Federigo il desiderio suo, perché gli ungheri elessono in nuovo re Uladislao re di Pollonia: donde essendo ricominciate nuove guerre da Federigo e Massimiliano con loro, si erano finalmente convenuti, e statone prestato solennemente giuramento da i baroni del regno, che qualunque volta Uladislao morisse senza figliuoli riceverebbono per re Massimiliano. Onde egli aspirando a questa successione, intesa la infermità di Uladislao, si approssimò a' confini della Ungheria, omettendo per allora i pensieri del passare in Italia.
     
      Lib.7, cap.3
     
      Aspirazioni del pontefice al pieno dominio di Perugia e di Bologna. Il re di Francia risponde favorevolmente alle richieste d'aiuto del pontefice. Richiesta di Massimiliano ai veneziani di passare armato per il loro territorio per recarsi a Roma, e risposta de' veneziani. Accordi del pontefice con Giampaolo Baglione. Il pontefice a Imola. I Bentivoglio abbandonano Bologna, ove entra il pontefice.
     
      Le quali cose mentre che tra i príncipi oltramontani si trattano con tanta varietà, il pontefice, conoscendosi inabile a offendere senza gli aiuti del re di Francia i viniziani, né potendo piú tollerare di consumare ignobilmente gli anni del suo pontificato, ricercò il re che lo aiutasse a ridurre sotto l'ubbidienza della Chiesa le città di Bologna e di Perugia; le quali, appartenendo per antichissime ragioni alla sedia apostolica, erano tiranneggiate l'una da Giampaolo Baglione l'altra da Giovanni Bentivoglio: i maggiori de' quali, fattisi di privati cittadini capi di parte nelle discordie civili, e cacciati o ammazzati gli avversari, erano diventati assoluti padroni; né gli aveva ritardati a occupare il nome di legittimi príncipi altro che il rispetto de' pontefici; i quali nell'una e nell'altra città ritenevano poco piú che 'l nome nudo del dominio, perché ne pigliavano certa parte benché piccola dell'entrate, e tenevonvi governatori in nome della Chiesa i quali, essendo la potenza e la deliberazione di tutte le cose importanti in mano di coloro, vi erano quasi per ombra e per dimostrazione piú che per effetti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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