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      A Ciamonte, che se ne ritornò incontinente nel ducato di Milano, donò il pontefice ottomila ducati persé e diecimila per le genti, e gli confermò per bolla la promessa fattagli prima di promuovere al cardinalato il vescovo d'Albi suo fratello, e nondimeno, volto con tutto l'animo alle offese de' viniziani, per lasciare piú stimoli al re di Francia e al cardinale di Roano di sovvenirlo, non volle, secondo l'instanza che gli era fatta e i brevi conceduti da sé, publicare allora cardinali Aus e Baiosa.
     
      Lib.7, cap.4
     
      Venuta di Ferdinando d'Aragona in Italia. Morte dell'arciduca Filippo. Concorrono ambasciatori di príncipi e di governi a Napoli presso Ferdinando. Scoperta d'una congiura contro il duca di Ferrara. Fuga del Valentino in Navarra e sua fine.
     
      Passò in questo tempo per mare in Italia il re d'Aragona. Al quale, innanzi si imbarcasse a Barzalona, venne un uomo del gran capitano a offerirsegli pronto a riceverlo, e a esibirgli la ubbidienza: al quale il re riconfermò non solo il ducato di Santo Angelo, il quale gli aveva già donato il re Federigo, ma ancora tutti gli altri che, per entrata di piú di ventimila ducati, possedeva nel reame di Napoli. Confermogli l'offizio del gran conestabile del medesimo regno, e gli promesse per cedola di sua mano il maestralgo di San Iacopo. E però, con maggiore speranza imbarcatosi a Barzalona, e onoratamente ricevuto per ordine del re di Francia, insieme con la moglie, in tutti i porti di Provenza, fu col medesimo onore ricevuto nel porto di Genova, dove lo aspettava il gran capitano andato, con ammirazione di molti, a rincontrarlo; perché non solo negli uomini volgari ma eziandio nel pontefice era stata opinione che egli, conscio della inubbidienza passata e de' sospetti i quali il re, forse non vanamente, aveva avuti di lui, fuggendo per timore il cospetto suo, passerebbe in Ispagna.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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