Pagina (683/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fatto che ebbe il re queste cose, e ricevuto solennemente da' genovesi il giuramento della fedeltà e data venia a tutti, eccetto che a circa sessanta i quali rimesse alla disposizione della giustizia, se ne andò a Milano; avendo, subito che ebbe ottenuta Genova, licenziato l'esercito: col quale, essendo tutti gli altri male proveduti, gli sarebbe stato facile, continuando il corso della vittoria, opprimere chi gli fusse paruto in Italia; ma lo licenziò sí presto per certificare il pontefice il re de' romani e i viniziani, i quali stavano con grandissimo sospetto, che la venuta sua in Italia non era stata per altro che per la recuperazione di Genova.
     
     
      Lib.7, cap.7
     
      Malcontento del pontefice verso il re di Francia per la soluzione della questione di Genova. Discorso di Massimiliano alla dieta di Costanza contro il re. Effetti del discorso.
     
      Ma nessuna cosa bastava a moderare l'animo del pontefice; il quale, interpretando tutte le cose in senso peggiore, si querelava di nuovo non mediocremente del re, come se per opera sua fusse proceduto che Annibale Bentivoglio, con secento fanti raccolti del ducato di Milano, aveva in quegli dí tentato di entrare in Bologna, affermando che quando gli fusse succeduto si sarebbe dimostrato piú oltre contro allo stato ecclesiastico: dalla qual cosa sdegnato, benché con grandissima difficoltà avesse prima publicati cardinali i vescovi di Aus e di Baiosa, recusava di publicare il vescovo d'Albi; lamentandosi che da Ciamonte suo fratello fusse permesso che i Bentivogli abitassino nel ducato di Milano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Milano Genova Italia Italia Genova Francia Genova Massimiliano Costanza Annibale Bentivoglio Milano Bologna Aus Baiosa Albi Ciamonte Bentivogli Milano