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      Quel che di questo sia la verità, dirizzò il re d'Aragona la navigazione a Savona, ove era convenuto di abboccarsi col re di Francia; il quale, essendo per questa cagione soprastato in Italia, subito che ebbe intesa la partita sua da Napoli, vi era venuto da Milano. Furono in questo congresso da ogni parte molto libere e piene di somma confidenza le dimostrazioni, e tali quali non era memoria degli uomini essere mai state in alcuno congresso simile; perché negli altri príncipi, tra' quali era o emulazione o ingiurie antiche o causa di sospetto, si riducevano insieme con tale ordine che l'uno non si metteva in potestà dell'altro, ma in questo ogni cosa procedette diversamente. Perché, come l'armata aragonese si accostò al porto di Savona, il re di Francia, che allo apparire suo nel mare era disceso in sul molo del porto, passò, per uno ponte fatto per questo effetto di legname, con pochi gentiluomini e senza alcuna guardia, in sulla poppa della galea del re; ove raccolto con allegrezza inestimabile dal re e dalla reina nipote sua, poiché vi furono dimorati con giocondissime parole per alquanto spazio, usciti della galea, per il ponte medesimo entrorono a piedi nella città, avendo fatica non mediocre di passare per mezzo di infinita moltitudine d'uomini e di donne concorsa di tutte le terre circostanti. Aveva la reina alla mano destra il marito all'altra il zio, ornata maravigliosamente di gioie e di altri suntuosissimi abbigliamenti: appresso a' due re, il cardinale di Roano e il gran capitano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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